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Statua di Garibaldi

Che cosa ci fa una Statua di Garibaldi sul sentiero che porta a Cala Violina,nei pressi di Cala Martina?

 

La storia inizia nell’agosto del 1849, quando Giuseppe Garibaldi fuggì da Roma, riconquistata dalle forze franco-papali, con l’intenzione di raggiungere Venezia. Il viaggio era stato talmente tragico, che Garibaldi, braccato dagli austriaci e dalla polizia segreta papalina, decise di cambiare meta, dirigendosi in Toscana con l’intenzione di raggiungere la Liguria via mare.

 

In Maremma, infatti, poteva contare su un gruppo di patrioti fidati. Architetto della fuga verso la Liguria fu infatti Angiolo Guelfi, un ricco proprietario terriero maremmano, repubblicano e patriota, nella cui casa di campagna, proprio a Scarlino, Garibaldi trascorse una notte. 

Grazie ai suoi contatti in loco, il Guelfi riuscì a trovare un peschereccio disposto ad aiutare Garibaldi. Da casa Guelfi incominciò l’ultima e forse più pericolosa parte della fuga per raggiungere il mare: «alle cinque del mattino del 2 settembre 1849 Garibaldi pedestre e scorto da un compagno solo (il fido Capitan Leggero), guidati da un manipolo di patrioti locali, partirono, e per la campagna e per la macchia, dopo aver attraversato la strada delle Collacchie e quella delle Costiere, raggiunsero la costa a Cala Martina. Alle 10 di mattina salirono a bordo di una barca da pesca, che il 5 settembre approdò nel golfo della Spezia.»

Ecco perché, su quel tratto di sentiero, nel 1949 a celebrazione del centenario degli eventi, venne eretto un monumento, un busto in bronzo raffigurante Garibaldi, opera dello scultore grossetano Tolomeo Faccendi.

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